Álvaro de Marichalar a cavallo della fidata Numancia
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settembre 2005 - Protagonista il nobile Álvaro de Marichalar.
In moto d'acqua dalla Spagna all'Ucraina
Da Barcellona a Odessa, a tappe, ma in solitaria. L'aristocratico iberico non è affatto nuovo a imprese simili: nel 2002 aveva attraversato l'Atlantico, sempre in acquascooter
BARCELLONA - Álvaro de Marichalar: Álvaro ha il merito di interessare a quella sportiva, (capitolo «imprese estreme») e di avere il suo nome inserito nelle pagine del Guinness dei primati. Questo grazie a un'inseparabile compagna di vita: Numancia.
IN DUE PER IMPRESE DA GUINNESS - Numancia non è una donna, ma una moto d'acqua. A cavalcioni della sua sella, il nobile spagnolo ha compiuto traversate memorabili, che in alcuni casi non hanno eguali: a tutt'oggi, nessun avventuriero è riuscito a replicare l'impresa compiuta da Álvaro de Marichalar nel 2002, cioè l'attraversamento in solitaria su una moto d'acqua dell'Oceano Atlantico (che è valso, perlappunto, l'inserimento nel Guinness dei primati). Ufficialmente, il celebre libro gli ha consegnato un attestato che recita «Dall'isola di Hierro, nelle Canarie, ad Antigua, nei Caraibi, in 17 giorni». In realtà, la traversata atlantica in sé era inserita nell'ancor più lungo itinerario Roma-New York (10.000 miglia nautiche).
ALTRI PRECEDENTI - Da più di 10 anni Marichalar compie imprese estreme in moto d'acqua. La Roma-New York resterà a lungo la più significativa, anche se preceduta e seguita da altre: per restare agli ultimi anni, citiamo il viaggio da Parigi a Londra (2003), il tragitto Mosca-S.Pietroburgo (sempre nel 2003, per festeggiare il tricentenario della fondazione della città baltica) e il celebre «Cammino di Santiago»...via mare (2004). Nella maggior parte dei casi si è trattato di percorsi a tappe, è vero, ma comunque si è pur sempre trattato di veri massacri fisici: sessioni anche di 10-12 ore, prevalentemente in piedi (per non rovinare la colonna vertebrale), quasi sempre in solitaria, senza barche d'appoggio e barchini carichi di provviste al traino, con perdite di peso giornaliere fino a 4 chili.
LA NUOVA SFIDA - Ora scatta l'ennesima impresa. Il primo settembre Marichalar e la sua Numancia sono partiti da Barcellona alla volta del porto ucraino di Odessa: 2.100 miglia nautiche (più o meno 3.500 chilometri) da percorrersi in circa 15 giorni, attraverso diverse tappe che toccheranno anche l'Italia. La scelta dell'itinerario è frutto di una scoperta casuale: quella che il fondatore della città sul Mar Nero è un ammiraglio catalano, José de Ribas, al servizio della zarina Caterina II nella guerra all'Impero Ottomano del 1787-91. Ribas suggerì alla sovrana l'edificazione di una città in un golfo protetto, dalle acque profonde e mai ghiacciate: così nacque Odessa. Scoperta l'iberica paternità della città, Marichalar ha pensato bene di renderla nota presso i suoi compatrioti, raggiungendo il porto ucraino in moto d'acqua e portandovi una bandiera della città di Barcellona, per poi ritornare nella capitale catalana con una bandiera di Odessa e gemellare così le due località.
MA CHI GLIELO FA FARE? - Marichalar ha dichiarato di voler tentare l'impresa, oltre che in virtù della casuale scoperta storica, per il bene dello sport e per raccogliere fondi da donare in beneficienza. Alcuni sponsor hanno già provveduto a quest'ultimo aspetto, ma più denaro arriverà se l'avventura avrà buon fine. Solo in caso di arrivo a Odessa, infatti, gli sponsor copriranno le spese di allestimento della spedizione e daranno ulteriori somme a organizzazioni umanitarie.
SCARAMANTICO - L'impresa richiederà uno sforzo fisico enorme (per fare un esempio, alla fine del viaggio Roma-New York la bilancia rivelò la perdita di 12 chili di peso) e una buona dose di fortuna. Buona sorte a cui evidentemente Marichalar fa appello, se è vero che ha battezzato la sua moto d'acqua come il luogo simbolo di eroismo per antonomasia in Spagna: Numancia, città iberica che si oppose a un terribile assedio da parte delle truppe romane di Scipione l'Emiliano e i cui abitanti preferirono il suicidio di massa alla resa. Un gesto immortalato in numerose opere letterarie spagnole, tra cui la «Comedia del cerco de Numancia», di Miguel de Cervantes.
Simone Bertelegni
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